Scrivo per ricordare che non è sempre stato tutto così com’è ora.
Ho avuto la fortuna di nascere in un angolo del paradiso, nella contrada Pennar di Asiago, in una terra magica.
Ovunque si posi lo sguardo è uno spettacolo.
I ricordi dei miei vent’anni passati in quei luoghi non vorrei andassero perduti e, dal momento che mi è stata data l’opportunità, sono stati raccolti in queste pagine; sono ricordi anche sfumati, a volte, ma sempre rimasti presenti nella mia mente in questi cinquant’anni.
Mi sento come un albero che ha portato rami, foglie e frutti in terra di Romagna, ma che ha lasciato le proprie radici ben piantate tra le rocce dell’altopiano.
In queste pagine ho messo quello che vedevo con gli occhi di bambino, adolescente e ragazzo.
Non intendo offendere la sensibilità di nessuno: le mie erano e sono opinioni personali, forse anche sbagliate, ma io il mondo attorno a me lo vedevo così e non avrei potuto descriverlo diversamente.
Lassù, tra quelli che chiamo i miei monti, sono cambiate tante cose in questi anni e lo noto ogni volta (troppo poco spesso, purtroppo) che arrivo alla curva della Gaiga e mi si apre davanti la piana di Asiago: ora è un presone, le case sono sparse un po’ ovunque e sono tutte più belle, curate e allegre. È un gran bel posto e spero, anzi credo, che il cambiamento abbia portato benessere.
Nei miei ricordi c’è un paese semplice, spartano, con le eccezioni portate dalla stagione estiva e da quella invernale.
Lasciate che lo ricordi com’era e ve lo racconti.
Ed ora, buona lettura.
Il futuro è nostro – Un atto d’amore ci ha ridato il sorriso
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