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Il Drago

Da oltre due decenni la Città sul Piave è tenuta in ostaggio dalle follie di un piromane la cui cattura sembra impossibile. Riusciranno un giovane commissario e una brava e spregiudicata investigatrice a spegnere le fiamme di quello che un intraprendente giornalista ha soprannominato Il Drago?

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È una notte davvero buia, la più buia degli ultimi venticinque anni, pensava il Drago, citando l’articolo scritto da quel geniale giornalista della cronaca locale. Ed era vero. Il cielo sembrava essere scomparso, inghiottito dalle tenebre. Il silenzio era così potente da sembrare rumoroso. L’aria frizzante, come piaceva a lui. Era la notte perfetta, la sua notte perfetta.

Nel 1999 i giornali avevano parlato di lui per la prima volta. Solo più tardi un giovanissimo reporter aveva scelto quel fantastico soprannome. Ad ogni sua nuova manifestazione, il suo mito cresceva e si trasformava. I titoli si erano sprecati, le ipotesi erano state migliaia e, per tutti, lui era diventato il Drago. Niente al mondo lo faceva sentire più nobile e appagato. Un epiteto così leggendario e mitologico se lo sentiva perfetto addosso, e la stampa lo adorava.

La sua epopea era nata la notte di un sabato di aprile di venticinque anni prima, quando la sua piccola città di provincia, pigra e assonnata, era stata svegliata improvvisamente, fatta sobbalzare in un rapido singhiozzo dal calore della sua “luce”, come si ostinava a chiamarla. Aveva soltanto 13 anni e, fino a quel momento, non aveva mai vissuto un’emozione così travolgente. In precedenza aveva riso, pianto, provato eccitazione, paura, esattamente come succedeva ad ogni suo coetaneo. Ma quel fremito, quella vibrazione improvvisa aveva cancellato tutto, resettando, per sempre, ogni sua sensazione pregressa.