Alle 6.30 suona la sveglia. Ho dormito benissimo e non ho proprio nessuna voglia di alzarmi, ma devo. Mi vesto al buio, senza far rumore per non svegliare mia moglie e le mie figlie.
Durante il tragitto verso il centro dialisi ripercorro con la mente le settimane passate, quando avevo la pressione alta e sono dovuto andare in ospedale tre volte a seguito di un’aritmia cardiaca. Come sarà oggi la pressione? Ancora alta o di nuovo nella norma? E il cuore comincerà di nuovo a fare il matto? Per saperlo bisogna aspettare.
Al centro dialisi mi cambio e mi stendo sul letto. Dopo alcuni minuti arriva l’infermiera che mi mette il bracciale per misurare la pressione sanguigna. Sono teso, ma devo portare pazienza finché lo sfigmomanometro gonfia il bracciale e fa uscire lentamente l’aria. La mia pressione è di nuovo alta. Sono demoralizzato, perché è da giorni che il problema si ripete. I miei sforzi per seguire tutte le prescrizioni alimentari del medico e bere poco non sono serviti a niente:la nuova terapia non è efficace.
L’infermiera ritorna per collegarmi alla macchina da dialisi ed io spero proprio di non sentire male quando lo farà. Avverto distintamente l’ago nel braccio, ma per fortuna oggi non dà dolore. A causa dell’elevata pressione sanguigna, non è chiaro in base a quale peso corporeo l’infermiera debba regolare la macchina. Dopo un consulto con il medico, il mio peso secco viene ridotto di nuovo di mezzo chilo e portato a 70 kg in via sperimentale, per vedere come si comporta la pressione dopo la dialisi. È possibile che io nelle ultime settimane sia dimagrito così tanto? Alle 7 comincia la dialisi; dopo mezz’ora si misura di nuovo la pressione.