Sempre più spesso capita che ci chiedano di venire a visitare la sede della nostra casa editrice. La risposta è sempre: “Ben volentieri, ma quello che vedreste è solo un ufficio sommerso di scartoffie e pc, un magazzino gonfio di scatoloni pieni di libri”. I tempi sono cambiati e tutto quello che prima si faceva con carta e penna, utilizzando complessi strumenti e macchinari, oggi lo si trova all’interno di un computer. La tecnologia ha preso il sopravvento, esistono centinaia di programmi per la scrittura, la grafica, l’impaginazione…
Allora cosa resta dell’editoria? Resta il lavoro intellettuale, il più importante, quello che nessuna macchina potrà mai sostituire. Quando arriva un manoscritto nella casella di posta elettronica, è come ricevere la visita di una creatura delicata, a volte magnifica nel suo splendore, altre volte un po’ difettosa ma comunque ricca di qualità, quasi mai completamente perfetta. Se la casa editrice ritiene che, inserita all’interno delle proprie pubblicazioni, possa essere un valore aggiunto, l’opera viene automaticamente posta su un luminoso piedistallo immaginario, dove verrà poi plasmata per estrarne il massimo del suo potenziale. Dal lavoro di editing grammaticale, passando per la revisione stilistica con cui può essere prevista anche la modifica di importanti sezioni del testo se si ritiene che possa funzionare meglio ai fini di una lettura piacevole e scorrevole, il manoscritto mette a nudo la propria anima e quella del suo autore. Il grafico, poi, gli cuce addosso un abito su misura, col quale il libro dovrà presentarsi ai suoi acquirenti e in svariate kermesse culturali: la copertina. Infine, giunge il momento di adagiare il tutto all’interno del “contenitore” più adatto alle esigenze del caso ed ecco che si avvia la fase dell’impaginazione, con tutti i dettagli che essa comporta per rendere il testo piacevole anche alla vista. Concluso questo lungo ed impegnativo iter, è essenziale che il libro brilli di luce propria: se l’editore lo osserva e avverte la presenza di qualche nota stonata, c’è sicuramente qualcosa da rivedere, ma in genere le scelte operate durante il percorso di produzione si rivelano adeguate al prodotto. È una sorta di sesto senso che gli editori sviluppano con l’esperienza, è il frutto di esperimenti che spesso vengono condotti su libri pilota extra produzione per testarne gli effetti e scovare le migliorie che si potrebbero apportare.
Perciò, a chi desidera visitare una casa editrice come la nostra, il consiglio che possiamo dare è questo: parlate con gli editori, che con i loro racconti vi accompagneranno in un mondo fatto di immaginazione, di proiezioni, di amore per la letteratura, l’estetica e la professionalità.